Prussia orientale
Prussia orientale, tedesco Ostpreussen, ex provincia tedesca delimitata, tra la prima e la seconda guerra mondiale, a nord dal Mar Baltico, a est dalla Lituania, a sud e a ovest dalla Polonia e dalla città libera di Danzica (ora Danzica, Polonia). Dopo la seconda guerra mondiale il suo territorio fu diviso tra l’Unione Sovietica e la Polonia.
Il nome Prussia è linguisticamente di origine baltica; i suoi antichi abitanti, sterminati dai Cavalieri dell’Ordine Teutonico, si chiamavano Prusi. Quando i Cavalieri conquistarono la provincia polacca di Pomorze (Pomerania) nel 1308, il nome Prussia fu esteso verso ovest a tutto il territorio amministrato dall’Ordine Teutonico. Nel 1466 la Polonia recuperò Pomorze; e, tra quella data e il 1701 (quando l’elettore di Brandeburgo divenne re di Prussia), il paese tenuto direttamente dalla corona di Polonia fu chiamato Prussia Reale, per distinguerlo dalla terra tenuta dai Cavalieri come vassalli della Polonia. Quest’ultima divenne un ducato secolare (Prussia Ducale) nel 1525 e fu liberata dalla sovranità polacca con il trattato di Wehlau (1657). Dal 1815 il nome Prussia orientale fu dato alla provincia più orientale del regno di Prussia. I confini di questa provincia rimasero invariati fino alla prima guerra mondiale. La sua area era allora di 14.284 miglia quadrate (36.995 km quadrati), e la sua popolazione nel 1910 era di 2.064.175 e in gran parte luterana. Da tempo era diventata una roccaforte degli Junker prussiani, un’aristocrazia militare che aveva vasti possedimenti.
Come risultato del Trattato di Versailles (1919), il territorio di Memel (Klaipėda) fu sottratto alla Germania (nel 1924 fu incorporato nella Lituania); il distretto di Soldau (Dzialdowo) fu dato alla Polonia, mentre la reggenza di Marienwerder (Kwidzyn), che prima faceva parte della provincia della Prussia occidentale, si unì alla Prussia orientale, ora territorialmente separata dal resto della Germania dal corridoio polacco e da Danzica.
Dopo la seconda guerra mondiale, la Prussia orientale fu divisa tra la Polonia (la parte meridionale) e l’Unione Sovietica (la parte settentrionale), la frontiera correva a nord di Goldap, Bartenstein (Bartoszyce), e Braunsberg (Braniewo). Con l’eccezione del territorio di Klaipėda, che fu reincorporato alla Lituania, la parte settentrionale fu incorporata nella federazione russa e colonizzata dai russi. Königsberg divenne Kaliningrad, Insterburg divenne Chernyakhovsk, e Tilsit divenne Sovetsk. Nella parte meridionale rimasero circa 400.000 polacchi indigeni, e gli immigrati dalla Polonia pre-1939 sostituirono i tedeschi, che erano fuggiti nel 1944 o furono espulsi dopo la fine della guerra.
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