Anticoagulante

Eparina non frazionataModifica

Accelera l’azione dell’antitrombina III e inattiva il fattore Xa della cascata della coagulazione. Somministrato per via endovenosa o sottocutanea. Richiede il monitoraggio del tempo di tromboplastina parziale attivato (APTT). La sua azione è invertita con il solfato di protamina.

Eparine a basso peso molecolare Modifica

Le eparine a basso peso molecolare (LMWH) potenziano l’azione anti-fattore Xa dell’antitrombina. Sono somministrati per via sottocutanea e hanno un’emivita più lunga. Non richiedono monitoraggio analitico per regolare le dosi terapeutiche.

Esempi: enoxaparina, dalteparina, tinzaparina, bemiparina, nadroparina.

Inibitori selettivi del fattore XaModifica

Farmaci come fondaparinux, rivaroxaban e apixaban.

Anticoagulanti oraliModifica

Inibitori della vitamina K: cumarineModifica

Farmaci come acenocumarolo o warfarin. Inibiscono la sintesi epatica dei fattori di coagulazione dipendenti dalla vitamina K. Sono controindicati in gravidanza a causa degli effetti teratogeni. Richiedono il monitoraggio del tempo di protrombina, espresso come INR.

Inibitori diretti della trombinaModifica

Uno di questi è dabigatran, che inibisce direttamente e reversibilmente la trombina, eliminazione attraverso il rene. Ha un’emivita di 14 ore, la sua attività anticoagulante è prevedibile e non richiede monitoraggio. Non è metabolizzato dagli isoenzimi del citocromo P450, con poche interazioni farmacologiche.

Altri farmaci di questo gruppo: dehirudin, lepirudin, argatroban.

Inibitori diretti del fattore XaModifica

Questo gruppo comprende attualmente i seguenti anticoagulanti rivaroxaban, apixaban ed edoxaban, tutti e tre agiscono legandosi al centro attivo del fattore Xa e inibendolo in modo reversibile e competitivo. Il loro effetto è prevedibile e non richiede monitoraggio, hanno poche interazioni farmacologiche, breve emivita e un migliore profilo rischio/beneficio rispetto agli antagonisti della vitamina K. Sono eliminati attraverso i reni e le feci.

Gli inibitori diretti della trombina e del fattore Xa sono chiamati collettivamente anticoagulanti orali diretti (OACs) o nuovi anticoagulanti orali (NOACs) e sono un’alternativa per la prevenzione dell’ictus e altri fenomeni tromboembolici nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare (NVAF).

Il loro uso appropriato rimane una sfida nella pratica quotidiana, che ha portato alla pubblicazione di diverse linee guida sull’anticoagulazione in generale e OACDs in particolare. È stato pubblicato un recente articolo che può essere considerato l’ultimo aggiornamento della European Heart Rhythm Association (EHRA) sull’uso degli OACD nei pazienti con NVAF.

Utilità clinicaModifica

Sono utilizzati nella prevenzione secondaria di TVP e TEP, con una durata minima del trattamento di 3 mesi. Anche nella fibrillazione atriale, nelle protesi valvolari meccaniche, nella profilassi delle trombosi ricorrenti, nelle trombofilie, ecc. I valori INR terapeutici per la prevenzione della TVP e del TEP sono da 2 a 3.

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