Intolleranza ereditaria al fruttosio. | Journal of Medical Genetics

Abstract

L’intolleranza ereditaria al fruttosio (HFI, OMIM 22960), causata dalla carenza catalitica dell’aldolasi B (fruttosio-1,6-bisfosfato aldolasi, EC 4.1.2.13), è una condizione ereditaria recessiva in cui gli omozigoti affetti sviluppano sintomi ipoglicemici e addominali gravi dopo l’assunzione di alimenti contenenti fruttosio e zuccheri correlati. L’ingestione continua di zuccheri nocivi porta a lesioni epatiche e renali e ritardo della crescita; la somministrazione parenterale di fruttosio o sorbitolo può essere fatale. Il rilevamento diretto di alcune mutazioni nel gene dell’aldolasi B umana sul cromosoma 9q facilita la diagnosi genetica di HFI in molti pazienti sintomatici. La gravità del fenotipo della malattia sembra essere indipendente dalla natura delle mutazioni del gene dell’aldolasi B finora identificate. Sembra che finora ci sia stata poca, se non nessuna, selezione contro gli alleli mutanti dell’aldolasi B nella popolazione: nel Regno Unito, circa l’1,3% dei neonati ospita una copia del prevalente allele A149P della malattia. L’ascesa dello zucchero come principale nutriente della dieta, soprattutto nelle società occidentali, può spiegare il crescente riconoscimento dell’HFI come malattia nutrizionale e ha mostrato la prevalenza di geni mutanti dell’aldolasi B nella popolazione generale. La gravità dell’espressione clinica si correla bene con l’ambiente nutrizionale immediato, l’età, la cultura e le abitudini alimentari dei soggetti affetti. Qui esaminiamo la base biochimica, genetica e molecolare della carenza di aldolasi B umana in HFI, un disordine che risponde alla terapia dietetica e in cui le principali manifestazioni della malattia sono quindi prevenibili.

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