Il politico sudafricano dell’EFF grida al razzismo in tribunale
Il leader dell’Economic Freedom Fighters (EFF) Julius Malema si è rivolto ai suoi sostenitori dopo essere apparso martedì alla Randburg Magistrates Court mentre lui e il deputato del partito Mbuyiseni Ndlozi affrontano le accuse di aggressione contro un poliziotto bianco che risalgono al funerale del veterano dell’African National Congress (ANC) Winnie Madikizela Mandela nel 2018.
Sostiene la loro innocenza e traccia paralleli razziali con i recenti omicidi nelle fattorie: “Quel ragazzo nero che ha ucciso un bianco deve andare a marcire in prigione. Non è un nostro problema. Noi non proteggiamo i criminali. Ma non permetteremo mai ai bianchi di mostrarci quello che hanno mostrato a Mandela durante i negoziati. Quella cosa doveva finire lì. Quell’arroganza bianca doveva finire lì. Non può continuare ora, dopo 25 anni di democrazia”.
Una storia nazionale complessa
Il presidente del Sudafrica, Cyril Ramaphosa, ha invitato alla calma e alla ragione lunedì in un discorso pubblico a Johannesburg, mentre ha dissipato l’idea che gli omicidi nei terreni agricoli rurali fossero motivati dalla razza e non dalla semplice criminalità, alla luce delle proteste bellicose da parte di agricoltori principalmente bianchi arrabbiati che hanno alimentato tensioni nazionali potenzialmente divisive in un paese già razzialmente traumatizzato dal suo passato coloniale. Dopo l’apartheid, un regime coloniale i cui effetti – come Ramaphosa ha recentemente ricordato ai sudafricani – permangono nel paese. Anche se il presidente ha condannato il più recente omicidio in una fattoria all’inizio di questo mese, ha anche disapprovato gli agricoltori bianchi che hanno preso d’assalto un tribunale per attaccare i due neri sospettati di omicidio e ha fatto appello ai sudafricani a rimanere uniti nella giustizia e non divisi dalla razza.
Il processo di Malema e Ndlozi doveva iniziare oggi ma è stato rinviato al 28 ottobre a causa di una richiesta dei media di registrare il procedimento.
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