Teoria dell’impresa
Cos’è la teoria dell’impresa?
Nell’economia neoclassica – un approccio all’economia che si concentra sulla determinazione dei beni, della produzione e della distribuzione del reddito nei mercati attraverso la domanda e l’offerta – la teoria dell’impresa è un concetto microeconomico che afferma che un’impresa esiste e prende decisioni per massimizzare i profitti.
Un’impresa massimizza i profitti creando un divario tra entrate e costi.
Punti chiave
- In economia neoclassica, la teoria dell’impresa è un concetto microeconomico che afferma che un’impresa esiste e prende decisioni per massimizzare i profitti.
- La teoria dell’impresa influenza il processo decisionale in una varietà di aree, tra cui l’allocazione delle risorse, le tecniche di produzione, gli aggiustamenti dei prezzi e il volume della produzione.
- Le moderne interpretazioni della teoria dell’impresa a volte distinguono tra motivazioni di lungo periodo, come la sostenibilità, e motivazioni di breve periodo, come la massimizzazione dei profitti.
Comprendere la teoria dell’impresa
L’economia neoclassica domina oggi l’economia tradizionale, così la teoria dell’impresa (e altre teorie associate al neoclassicismo) influenza il processo decisionale in una varietà di aree, inclusa l’allocazione delle risorse, le tecniche di produzione, gli aggiustamenti dei prezzi e il volume della produzione.
Mentre le prime analisi economiche si concentravano sulle grandi industrie, con il progredire del XIX secolo, più economisti cominciarono a porre domande fondamentali sul perché le aziende producono ciò che producono e cosa motiva le loro scelte quando allocano il capitale e il lavoro.
Tuttavia, la teoria è stata discussa e ampliata per considerare se l’obiettivo di un’azienda è quello di massimizzare i profitti a breve o a lungo termine. Le moderne interpretazioni della teoria dell’impresa a volte distinguono tra motivazioni a lungo termine, come la sostenibilità, e motivazioni a breve termine, come la massimizzazione dei profitti.
Se l’obiettivo di un’azienda è di massimizzare i profitti a breve termine, potrebbe trovare modi per aumentare le entrate e ridurre i costi. Tuttavia, le aziende che utilizzano attività fisse, come le attrezzature, avrebbero alla fine bisogno di fare investimenti di capitale per assicurare che l’azienda sia redditizia a lungo termine. L’uso del contante per investire in attività danneggerebbe senza dubbio i profitti a breve termine, ma aiuterebbe la redditività a lungo termine dell’azienda.
La concorrenza (non solo il profitto) può anche influenzare il processo decisionale dei dirigenti dell’azienda. Se la concorrenza è forte, l’azienda avrà bisogno non solo di massimizzare i profitti ma anche di stare un passo avanti ai suoi concorrenti reinventandosi e adattando le sue offerte. Quindi, i profitti a lungo termine potrebbero essere massimizzati solo se c’è un equilibrio tra i profitti a breve termine e l’investimento nel futuro.
Teoria dell’azienda contro la teoria del consumatore
La teoria dell’azienda lavora fianco a fianco con la teoria del consumatore, che afferma che i consumatori cercano di massimizzare la loro utilità complessiva. In questo caso, l’utilità si riferisce al valore percepito da un consumatore su un bene o un servizio, a volte indicato come il livello di felicità che il cliente prova dal bene o dal servizio. Per esempio, quando i consumatori acquistano un bene per 10 dollari, si aspettano di ricevere un minimo di 10 dollari di utilità dal bene acquistato.
Considerazioni speciali
Rischi per le aziende che aderiscono alla Teoria dell’Azienda
I rischi esistono per le aziende che aderiscono ad un obiettivo di massimizzazione del profitto. Concentrarsi esclusivamente sulla massimizzazione del profitto comporta un livello di rischio per quanto riguarda la percezione pubblica e una perdita di avviamento tra l’azienda, i consumatori, gli investitori e il pubblico.
Un approccio moderno alla teoria dell’azienda propone che la massimizzazione dei profitti non è l’unico obiettivo di una società, in particolare per le società quotate in borsa. Le aziende che hanno emesso azioni o venduto azioni hanno diluito la loro proprietà. Questo scenario (di bassa proprietà azionaria da parte di coloro che prendono le decisioni nell’azienda) può portare gli amministratori delegati (CEO) ad avere obiettivi multipli, compresa la massimizzazione dei profitti, la massimizzazione delle vendite, le pubbliche relazioni e la quota di mercato.
Altri rischi esistono quando un’azienda si concentra su una singola strategia all’interno del mercato per massimizzare i profitti. Se un’azienda si basa sulla vendita di un bene particolare per il suo successo complessivo, e il prodotto associato alla fine fallisce sul mercato, l’azienda può cadere in difficoltà finanziarie. La concorrenza e la mancanza di investimenti nel suo successo a lungo termine – come l’aggiornamento e l’espansione dell’offerta di prodotti – possono infine portare un’azienda al fallimento.
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