Progettazione di armi da fuoco a retrocarica
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Paper cartridge
Datando dai modelli a pietra focaia, le armi da fuoco a retrocarica erano molto complesse e costose. Durante l’era delle capsule a percussione, le armi a retrocarica proliferarono. Quasi tutte utilizzavano una “cartuccia” che consisteva in carta o lino avvolto intorno alla polvere e ad una palla. Varianti di cartucce contenenti un proiettile e un propellente sono esistite per molti anni, ma si basavano ancora su una capsula a percussione montata esternamente.
Per evolvere dal tappo a percussione ad una cartuccia completamente autonoma, dovevano succedere tre cose:
- Il colpo di martello doveva essere trasferito all’interno del braccio dove la cartuccia poggiava.
- Il braccio doveva essere caricato a culatta, il che richiedeva un’estremità aperta di fronte alla volata per accettare vere cartucce (proiettile, propellente e innesco).
- Era necessario un meccanismo di bloccaggio sul braccio per contenere la cartuccia durante la pressione dello sparo.
Arma da fuoco a retrocarica
Foto di Jean Plamondon
Per soddisfare il primo requisito, un’asta fu posta tra il cane e il tappo ora remoto. Questo permetteva al martello di cadere sull’asta (percussore), spingendola nel tappo della cartuccia, ora chiamato innesco. In alcuni modelli (in particolare i revolver), la cartuccia non era così remota da richiedere una parte separata; il percussore poteva essere semplicemente una piccola sporgenza sulla punta del cane.
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