Malattia del cassone 1
Gli uomini che hanno lavorato in aria compressa, sia sott’acqua in abiti da immersione o campane da immersione, in cassoni utilizzati nella preparazione delle fondamenta per i ponti, &c., o nel fare pozzi o gallerie attraverso il terreno acquoso, sono suscettibili di una varietà di sintomi noti generalmente come “malattia del cassone”. Questi sintomi, che vengono su solo a o poco dopo il ritorno alla pressione atmosferica, variano in gravità da dolori nei muscoli e nelle articolazioni, noto come “curve” o “viti”, alla paralisi e anche la morte. Paul Bert ha dimostrato sperimentalmente trent’anni fa che questi attacchi sono dovuti al fatto che l’aria (principalmente azoto) che è stata dissolta nei fluidi e nei tessuti del corpo mentre era sotto pressione, può, alla decompressione, essere liberata sotto forma di bolle, che producono un blocco locale o generale della circolazione o altre lesioni. Egli dimostrò anche che se la decompressione veniva effettuata abbastanza lentamente, l’eccesso di aria che era stata assorbita poteva uscire per diffusione attraverso i polmoni, e quindi si potevano evitare le bolle e i sintomi. Il fenomeno è, infatti, quello della decompressione dell’acqua gassata spingendo il tappo; il problema della prevenzione della malattia del cassone è come spingerlo così lentamente che il gas può uscire senza formare bolle, e senza la perdita di così tanto tempo che l’obiettivo primario della manovra è frustrato.
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