Igiene

Il termine deriva da Hygieia, la dea della guarigione nella mitologia greca.

L’igiene e la cura iniziarono ad essere una preoccupazione per lo stato a partire dalla rivoluzione industriale, quando le fabbriche dovevano essere igienizzate, a partire dal XVII secolo. Nelle città portuali come Buenos Aires, questo bisogno collettivo nasceva dalle cattive condizioni igieniche del porto, dove abbondavano i ratti e ogni tipo di malattie.

Il primo a dare valore all’igiene per evitare le infezioni fu il medico Ignaz Semmelweis, che creò la procedura antisettica nel 1847. Successivamente, grazie agli esperimenti di Louis Pasteur che dimostrarono la teoria dei germi delle malattie infettive, le pratiche igieniche divennero estremamente importanti negli interventi medici e nella vita quotidiana della popolazione come sinonimo di salute.

A partire dalla metà degli anni 1850, il movimento “igienista” cominciò a guadagnare importanza, e molte personalità mediche influenti in Argentina si spostarono nella sfera politica; per esempio, Guillermo Rawson, un politico che avrebbe raggiunto alte posizioni; e, prima della fine del secolo, il dottor Eduardo Wilde. Entrambi hanno partecipato attivamente alle decisioni, alle trasformazioni delle strategie sanitarie e ad un alto livello di coinvolgimento nelle questioni nazionali argentine. Nei paesi europei, come l’Inghilterra, ci furono movimenti simili che iniziarono con l’epidemiologia, inaugurata dallo studio di John Snow sul colera e sul fiume Tamigi, sempre a metà del XIX secolo. Negli Stati Uniti, nel primo decennio del XX secolo, fu inaugurato il movimento dell’Igiene Mentale, che diede origine a quella che più tardi fu chiamata salute mentale grazie al lavoro di Clifford Beers, che denunciò le condizioni igieniche degli ospedali psichiatrici.

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