Gli scienziati scoprono una coda di dinosauro conservata nell’ambra
Gli scienziati hanno scoperto un frammento di coda di dinosauro di 99 milioni di anni (ossa, tessuti, piume e tutto) conservato nell’ambra. Il campione d’ambra era già stato lucidato per farne dei gioielli quando gli scienziati hanno scoperto che conteneva un tesoro più grande: le prime piume di dinosauro conservate nell’ambra. I ricercatori credono che la coda provenisse da un celurosauro giovanile, un dinosauro delle dimensioni di un passero.
Il professore Mike Benton, coautore dello studio, pubblicato su Current Biology, ha detto alla BCC: “E ‘incredibile vedere tutti i dettagli di una coda di dinosauro – le ossa, carne, pelle e piume – e di immaginare come questo piccolo compagno ha ottenuto la sua coda catturato nella resina, e poi presumibilmente morto perché non poteva lottare libero.”
Il campione di dinosauro cattura otto vertebre dalla metà o dalla fine di una coda lunga e sottile. A differenza degli uccelli preistorici (e moderni), che hanno un insieme di vertebre della coda fuse chiamate pigostilo, la coda del dinosauro aveva vertebre articolate. Le piume dei dinosauri hanno anche un albero centrale poco definito, il che significa che le piume erano più probabilmente ornamentali che per il volo. Secondo i ricercatori, se l’intera lunghezza di questa coda di dinosauro fosse stata coperta dallo stesso tipo di piume, il dinosauro “sarebbe stato probabilmente incapace di volare”.
Il campione di ambra è stato scoperto in una miniera nella valle di Hukawng nel nord del Myanmar, un’area che probabilmente contiene una ricca diversità di vita animale e vegetale del periodo Cretaceo, gran parte della quale conservata in ambra. Grandi pezzi di ambra spesso si rompono e si trasformano in gioielli dopo il processo di estrazione, ma gli scienziati continuano a sperare di scoprire esemplari più completi, forse alcuni che mostrano come le piume erano disposte su un intero corpo di dinosauro, o esaminare le caratteristiche dei tessuti molli che di solito non finiscono conservati.
(via National Geographic / BBC)
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