Festina lente
Lo storico romano Svetonio, nel De vita Caesarum, racconta che Augusto deplorava l’imprudenza in un comandante militare, così “σπεῦδε βραδέως” era uno dei suoi detti preferiti:
Nihil autem minus perfecto duci quam festinationem temeritatemque convenire arbitrabatur. Crebro itaque illa iactabat: σπεῦδε βραδέως; ἀσφαλὴς γάρ ἐστ᾽ ἀμείνων ἢ θρασὺς στρατηλάτης; et: “sat celeriter fieri quidquid fiat satis bene.”(Egli pensava che in un leader ben addestrato non ci fosse niente di meno che la fretta e l’imprudenza, e, di conseguenza, i suoi detti preferiti erano: “Affrettati lentamente”; “Meglio un comandante sicuro che uno audace”; e “Quello che è stato fatto bene è stato fatto abbastanza in fretta”)
Alcune monete d’oro coniate per Augusto portavano le immagini di un granchio e di una farfalla per tentare un emblema dell’adagio. Altre visualizzazioni di questo tipo includono una lepre in un guscio di lumaca; un camaleonte con un pesce; un anello di diamanti intrecciato con il fogliame; e forse il più riconoscibile, un delfino intrecciato intorno a un’ancora. Cosimo I de’ Medici, Granduca di Toscana, prese festina lente come motto e lo illustrò con una tartaruga a vela.
Il tipografo rinascimentale Aldus Manutius adottò il simbolo del delfino e dell’ancora come suo marchio di stampa. Erasmo (i cui libri furono pubblicati da Manutius) presentò la frase nella sua Adagia e la usò per complimentarsi con il suo stampatore: “Aldus, che si affretta lentamente, ha acquisito tanto oro quanto reputazione, e merita riccamente entrambi”. Manutius mostrò ad Erasmo una moneta d’argento romana, regalatagli dal cardinale Bembo, che portava il simbolo del delfino e dell’ancora sul rovescio.
L’adagio era popolare in epoca rinascimentale e Shakespeare vi alludeva ripetutamente. In Love’s Labour’s Lost, copiò l’immaginario del granchio e della farfalla con i personaggi Moth e Armado.
Il poeta e critico francese Nicolas Boileau, nella sua Art poétique (L’arte della poesia) (1674) applicò il detto specificamente al lavoro dello scrittore, che consigliò con queste parole:
Hâtez-vous lentement, et sans perdre courage,
Vingt fois sur le métier remettez votre ouvrage,
Polissez-le sans cesse, et le repolissez,
Ajoutez quelquefois, et souvent effacez.
(Lentamente affrettatevi, e senza perdere il coraggio;
Venti volte rifate il vostro lavoro;
Lucidate e rilucidate all’infinito,
E a volte aggiungete, ma spesso togliete)
Jean de la Fontaine alludeva al motto nella sua famosa favola de “La lepre e la tartaruga” (Favole, 1668-94), scrivendo che la tartaruga “con una prudente saggezza si affretta lentamente”.
La famiglia Onslow dello Shropshire ha l’adagio come motto, generando un gioco di parole sul nome della famiglia: “on-slow”.
L’adagio era uno dei preferiti dell’influente giudice, Sir Matthew Hale,
Sir Matthew Hale era naturalmente un uomo veloce; tuttavia, con molta pratica su se stesso, lo aveva sottomesso a un tale grado, che non sarebbe mai corso improvvisamente in qualsiasi conclusione riguardante qualsiasi questione importante. Festina Lente era il suo amato motto, che fece incidere sulla testa del suo bastone, e fu spesso sentito dire che aveva osservato molti uomini arguti incorrere in grandi errori, perché non si davano il tempo di pensare…
– Bishop Burnet, The Life and Death of Sir Matthew Hale
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