Etnocidio

UNESCOEdit

Nella “Dichiarazione di San Jose” dell’UNESCO:

La Dichiarazione di San Jose impegna gli Stati Uniti e le nazioni dell’America Centrale ad una discussione più approfondita su una vasta gamma di questioni. Queste questioni includono: rafforzare la democrazia e la sicurezza regionale, costruire il commercio e gli investimenti, combattere il crimine, la droga e la corruzione, promuovere il dialogo sull’immigrazione, e raggiungere uno sviluppo più equo e sostenibile. Nella Dichiarazione di San José, l’UNESCO affronta e lavora anche per definire l’etnocidio. L’UNESCO definisce il termine come segue:

Etnocidio significa che a un gruppo etnico viene negato il diritto di godere, sviluppare e trasmettere la propria cultura e la propria lingua, sia collettivamente che individualmente. Si tratta di una forma estrema di violazione massiccia dei diritti umani e, in particolare, del diritto dei gruppi etnici al rispetto della loro identità culturale.

Robert JaulinModifica

Articolo principale: Robert Jaulin § Il concetto di etnocidio

L’etnologo francese Robert Jaulin (1928-1996) propose nel 1970 una ridefinizione del concetto di etnocidio, per riferirsi non ai mezzi ma ai fini che definiscono l’etnocidio. Di conseguenza, l’etnocidio sarebbe la distruzione sistematica del pensiero e del modo di vivere di persone diverse da quelle che compiono questa impresa di distruzione. Mentre il genocidio assassina le persone nel loro corpo, l’etnocidio le uccide nel loro spirito.

Pierre ClastresEdit

Nel capitolo 4 de L’archeologia della violenza di Pierre Clastres

L’etnocidio, a differenza del genocidio, non si basa sulla distruzione della persona fisica, ma sulla distruzione della cultura di una persona. L’etnocidio stermina i modi di pensare, di vivere e di essere delle varie culture. Mira a distruggere le differenze culturali, specialmente incentrate sull’idea di differenze “sbagliate”, che sono presenti in un gruppo minoritario, trasformando la popolazione del gruppo nella norma culturale di un certo luogo. Questa misurazione delle differenze secondo la propria cultura si chiama etnocentrismo. L’etnocentrismo si basa sul presupposto che esiste una gerarchia di culture superiori e inferiori. Pertanto, l’etnocidio spera di elevare le culture inferiori allo status di culture superiori con qualsiasi mezzo necessario.

Barry SautmanEdit

Barry Victor Sautman è professore presso la Divisione di Scienze Sociali dell’Università di Scienza e Tecnologia di Hong Kong.

L'”intento che sottende l’etnocidio non è lo stesso intento del genocidio culturale, per lo stesso motivo che non è legato alla distruzione fisica o biologica di un gruppo. L’intento è quindi tipicamente rivolto all’assimilazione forzata e non alla decimazione della popolazione. Quindi l’intento che sta alla base dell’etnocidio è un atto intenzionale che porta alla morte culturale”

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