Emily Davison (1872 – 1913)

Una suffragetta che viene alimentata a forza ©Davison era una suffragetta militante che morì dopo essersi gettata davanti al cavallo del re al Derby di Epsom.

Emily Wilding Davison nacque a Blackheath nel sud-est di Londra l’11 ottobre 1872. Ha studiato al Royal Holloway College e all’Università di Oxford, anche se a quel tempo le donne non erano autorizzate a laurearsi.

Nel 1906, si è unita alla Women’s Social and Political Union (WSPU), fondata da Emmeline Pankhurst. Tre anni dopo lasciò il suo lavoro di insegnante e andò a lavorare a tempo pieno per il movimento delle suffragette. Fu spesso arrestata per atti che andavano dal causare un disturbo pubblico al bruciare le cassette postali e passò diversi brevi periodi in prigione.

Nel 1909, fu condannata a un mese di lavori forzati nella prigione di Strangeways a Manchester dopo aver lanciato pietre contro la carrozza del cancelliere David Lloyd George. Tentò di morire di fame e resistette all’alimentazione forzata. Una guardia carceraria, irritata dal fatto che Davison si fosse bloccata nella sua cella, forzò un tubo nella stanza e quasi la riempì d’acqua. Alla fine, però, la porta fu sfondata e lei fu liberata. In seguito fece causa ai guardiani di Strangeways, e ottenne 40 scellini.

Dal 1911, Davison stava diventando sempre più militante. Il 4 giugno 1913, corse davanti al cavallo del re mentre stava partecipando al Derby di Epsom. Il suo scopo non era chiaro, ma fu calpestata e morì l’8 giugno per le ferite riportate.

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