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Significa letteralmente “fine del secolo”, il gotico fin de siècle si riferisce specificamente alla letteratura gotica degli ultimi due o tre decenni del XIX secolo. C’è un senso pervasivo di instabilità e disagio; un’epoca stava per finire e le cose sarebbero cambiate, non necessariamente in meglio. Questo si riflette nell’idea di devoluzione o degenerazione umana, vista nell’Olalla di Stevenson, dove possiamo vedere i pieni effetti della famiglia straniera devoluta nella figura della madre e del fratello. In Jekyll e Hyde di Stevenson, la situazione è aggravata dal fatto che l’aristocratico dottor Jekyll si trasforma nel degenerato Hyde. Questa scelta, tuttavia, gli viene gradualmente tolta, ed egli perde il controllo così da rimanere involontariamente intrappolato nella forma (e nella personalità) di Hyde. La devoluzione di un personaggio è talvolta accompagnata da una destabilizzante perdita di controllo, non solo nella sfera personale, ma anche in termini di impero e della sua incapacità di controllare alla fine i nativi come Hyde. Il senso fatalistico che il civile Jekyll sarebbe stato sussunto da Hyde, preso in questo contesto coloniale, suggeriva una forte convinzione che Jekyll avrebbe fatto meglio a non indulgere in Hyde, ma sarebbe dovuto rimanere con l’élite civilizzata che era sua amica. Anche le ansie sulla città e sul suo futuro sono una caratteristica, nell’immagine ricorrente di un paesaggio urbano minaccioso che è sempre posseduto da un lato oscuro capace di nascondere personaggi come il Dracula di Stoker e l’Hyde di Stevenson. La minaccia straniera appare in Dracula, che non solo minaccia la perdita della vita e del vivere civile, ma anche le donne, così che il futuro stesso della città è quello di creature parassitarie che sono asservite da una minaccia straniera. La duplice minaccia qui non è quindi solo quella di diluire le linee di sangue razziali, ma anche di perdere la cultura di questa città a favore del tipo straniero minore.

Movimenti artistici e letterari più ampi hanno anche plasmato la letteratura gotica di fine secolo. In Russia, per esempio, la preminenza del simbolismo spinse scrittori come Anton Chekov a rivolgersi all’espressione gotica (Il monaco nero, 1894). Il gotico di fine secolo servì anche a denigrare la decadenza francese. In Picture of Dorian Gray (1891) di Oscar Wilde, la degenerazione di Dorian verso la dissipazione è collegata a un testo del Decadentismo francese.

Le scrittrici donne nel gotico fin de siècle spesso sfidavano le assunzioni e le paure sui ruoli delle donne nella struttura patriarcale della società. The Yellow Wallpaper di Charlotte Perkins Gilman ne è un esempio, che descrive la discesa alla follia di una donna intrappolata in una stanza dal marito, incapace di adattarsi alle aspettative dei ruoli tradizionali di moglie e madre, desiderosa di una penna e di un foglio con cui scrivere. In A White Knight (1903) di Charlotte Mew, Ella assiste alla sepoltura in diretta di una donna presentata come marginale e insignificante, e ne è per sempre perseguitata.

La fin de siècle abbracciò anche certi tropi gotici che si prestavano bene all’umore del periodo:

  • Le storie di fantasmi erano immensamente popolari, e anche autori che non erano tradizionalmente ‘scrittori gotici’ (Edith Wharton, Edith Nesbit, Grant Allen) parteciparono alla mania.
  • Anche l’ipnotismo e il mesmerismo erano mode esplorate avidamente da Arthur Conan Doyle e Guy de Maupassant, tra gli altri.
  • L’ossessione fin de siècle per l’occulto e lo spiritismo divenne un soggetto della narrativa popolare e continuò fino al 1900. The Willows (1907) di Algernon Blackwood, per esempio, presenta esseri non identificati che sono vicini ad irrompere nel mondo umano.

Courtesy of Kimberly Chaw Lock Wai, National University of Singapore and Wendy Fall, Marquette University

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