Brown v. Mississippi

I firmatari

Ed Brown, et al.

Rispondente

Stato del Mississippi

Richiesta dei ricorrenti

Che le loro confessioni sui crimini che avevano commesso, ottenute durante e dopo la tortura per mano di agenti di polizia e della cittadinanza in generale, non erano valide in tribunale.

Capi avvocati dei firmatari

Earl Brewer, J. Morgan Stevens

Capi avvocati del convenuto

W. D. Conn, W. H. Maynard

Giudici della Corte

Louis D. Brandeis, Pierce Butler, Benjamin N. Cardozo, Charles Evans Hughes (scrivendo per la Corte), James Clark McReynolds, Owen Josephus Roberts, Harlan Fiske Stone, George Sutherland, Willis Van Devanter

Giudici dissenzienti

nessuno

Luogo

Washington, D.C.

Data della decisione

17 febbraio 1936

Decisione

Accogliendo il reclamo dei firmatari e ribaltando le decisioni del tribunale e della Corte Suprema del Mississippi, stabilendo che l’uso di confessioni forzate violava la clausola del giusto processo del quattordicesimo emendamento.

Impatto

Brown contro Mississippi stabilì la giurisdizione della magistratura federale per regolare le procedure di diritto penale statale quando queste violano le garanzie costituzionali del giusto processo. Il caso fu uno dei primi di una lunga serie che ha gradualmente ristretto i mezzi a disposizione delle autorità di polizia che cercano di ottenere confessioni e dichiarazioni probatorie da sospetti criminali.

Casi correlati

  • Snyder v. Massachusetts, 291 U.S. 97 (1934).
  • McNabb v. United States, 318 U.S. 332 (1943).
  • Ashcraft v. Tennessee, 322 U.S. 143 (1944).
  • Mallory v. United States, 354 U.S. 449 (1957).
  • Miranda v. Arizona, 384 U.S. 436 (1966).

Leave a Reply