Alessandro Severo

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Imperatore romano, nato ad Acco in Palestina, 208, ucciso dai suoi soldati ammutinati a Sicula sul Reno. 235 (Sicklingen presso Magonza). Era il figlio di Genessius Marcianus e Julia Mammaea, ed era conosciuto in gioventù come Alexianus. Quando Elagabalo, suo cugino e padre d’adozione, fu assassinato nel 222, Alessandro succedette al trono imperiale. La sua educazione era stata accuratamente condotta da Mammaea ad Antiochia, dove aveva invitato, tra il 218 e il 228, il grande maestro cristiano Origene. Eusebio riferisce (Storia della Chiesa VI.21-28) che era “una donna molto religiosa”, e che Origene rimase qualche tempo con lei, istruendola in tutto ciò che poteva servire per glorificare il Signore e confermare i suoi insegnamenti divini. Non ne consegue, tuttavia, che fosse una cristiana. Suo figlio Alessandro era certamente molto favorevole ai cristiani. Il suo storico, Lampridius, ci racconta diversi dettagli interessanti riguardo al rispetto di questo imperatore per la nuova religione. Mise nel suo oratorio privato (larario) le immagini di Abramo e di Cristo prima di quelle di altri personaggi famosi, come Orfeo e Apollonio di Tiana (Vita Alex., xxix); tollerò il libero esercizio della fede cristiana (“Christianos esse passus est”, ibid., xxii); raccomandò nella nomina dei governatori imperiali la prudenza e la sollecitudine dei cristiani nella scelta dei loro vescovi (ibid, xiv); fece assegnare loro (ibid., xlix) un terreno edificabile a Roma che i tavernieri (cauponarii) reclamavano, in base al principio che era meglio che Dio fosse in qualche modo onorato lì che il terreno tornasse a tali usi; fece sì che le famose parole di Cristo (Luca 6:31): “E come volete che gli uomini facciano a voi, così fate anche voi con loro” da incidere sulle pareti del palazzo dei Cesari; accarezzò persino l’idea di costruire un tempio a Nostro Signore, ma si trattenne quando gli fu detto che molto presto tutte le altre divinità avrebbero cessato di essere onorate (ibid., xliii).

Nonostante questi segni di buona volontà imperiale, i cristiani continuarono a soffrire, anche in questo mite regno. Alcuni scrittori pensano che fu allora che Santa Cecilia morì per la fede cristiana. Il suo principale giureconsulto, Ulpiano, è detto da Lattanzio (Divine Institutes V.2) che codificò, nella sua opera sui doveri di un proconsole (De officio proconsulis), tutta la legislazione imperiale anticristiana (rescripta principum), affinché i magistrati potessero più facilmente applicare la legge comune (ut doceret quibus oportet eos paenis affici qui se cultores Dei confiterentur). Frammenti di questo codice crudele, dal settimo dei (dieci) libri perduti di Ulpiano sull’ufficio proconsolare possono ancora essere visti nei “Digesti” (I, tit. xvi, xvii, tit. II, 3; xvliii, tit. IV, 1, e tit. xiii, 6). Il cognome “Severo”, non meno che il modo in cui sia lui che Mammaea incontrarono la morte, indicano il carattere della sua amministrazione. Cercò di stabilire a Roma il buon ordine e la decenza morale nella vita pubblica e privata, e fece un certo uso del suo potere di censor morum nominando dodici funzionari (curatores urbis) per l’esecuzione delle sue sagge disposizioni. Sembra essere stato un discepolo del prevalente “sincretismo religioso” o eclettismo, stabilito a Roma dal suo predecessore Elagabalo come il contributo peculiare di questa notevole famiglia siro-romana alla lenta ma certa trasformazione del grande impero pagano in un potente strumento della Divina Provvidenza per la guarigione dei mali morali che stavano allora raggiungendo la pienezza. Tutti gli storici concordano sulla sua vita e sull’elevazione morale dei suoi principi pubblici e privati; gli storici cristiani sono generalmente dell’opinione che questi elementi di virtù fossero dovuti all’educazione ricevuta sotto la direzione di Origene.

Fonti

LAMPRIDIUS, Vita Alexandri in Script. Hist. Aug., TILLEMONT, Hist. des empereurs romains, III (Paris, 1740), 475; GIBBON, Decline and Fall of the Roman Empire, I; SCHILLER, Gesch. d, rom. Kaiserzeit (Stuttgart, 1880); SMITH, Dict. of Greek and Roman Biogr, s.v.; REVILLE, Religion a Rome sous les Severes (Paris, 1886); ALLARD, Hist. des persecutions pendant la premiere moitie du III siecle (Paris 1886); TROPLONG, De l’influence du Christianisme sur le droit civil des romains (Paris, 1842; 1902).

A proposito di questa pagina

Citazione APA. Shahan, T. (1912). Alessandro Severo. In L’enciclopedia cattolica. New York: Robert Appleton Company. http://www.newadvent.org/cathen/13743a.htm

Citazione MLA. Shahan, Thomas. “Alessandro Severo”. L’enciclopedia cattolica. Vol. 13. New York: Robert Appleton Company, 1912. <http://www.newadvent.org/cathen/13743a.htm>.

Transcription. Questo articolo è stato trascritto per New Advent da Joseph E. O’Connor.

Approvazione ecclesiastica. Nihil Obstat. 1 febbraio 1912. Remy Lafort, D.D., Censore. Imprimatur. +John Cardinal Farley, Arcivescovo di New York.

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